Piloti
910
page-template-default,page,page-id-910,bridge-core-2.5.7,ajax_fade,page_not_loaded,,qode_grid_1300,footer_responsive_adv,hide_top_bar_on_mobile_header,qode-content-sidebar-responsive,qode-child-theme-ver-1.0.0,qode-theme-ver-24.2,qode-theme-bridge,disabled_footer_bottom,qode_header_in_grid,wpb-js-composer js-comp-ver-6.4.2,vc_responsive,elementor-default,elementor-kit-7,elementor-page elementor-page-910
 

Piloti

Di seguito trovate l’elenco tutti i piloti che hanno contribuito ad accrescere l’immagine della  ///M3 e30 raccogliendo vittorie in tutto il mondo

Per l’elenco dettagliato del Palmarès dell’auto clicca qui frecce

Roberto Ravaglia

LA STORIA Roberto Ravaglia nasce a Mestre (Venezia) il 26 maggio 1957. Inizia ad avvicinarsi al mondo del motorsport facendo da meccanico al fratello maggiore Maurizio che corre con i karte nel 1975 inizia a farsi notare come pilota conquistando il titolo italiano classe 100 2° categoria e il campionato a squadre nella Coppa Campioni Junior. Il passaggio alle monoposto Per passare alle monoposto ci vogliono parecchi soldi (che Roberto non ha) ma riesce ad ottenere un volante in Formula Fiat Abarth vincendo un concorso indetto dal settimanale Autosprint per disputare il campionato italiano. L'anno seguente si trasferisce in Formula 3 con una Dallara Toyota con la quale conquista una vittoria nella serie tricolore L'avventura BMW La scelta di Roberto Ravaglia di correre con le vetture Turismo è considerata controcorrente nel 1984 ma è l'unico modo per il driver veneziano di poter diventare un pilota professionista. Dopo aver superato un test con altri rivali provenienti da tutta Europa viene promosso "ufficiale" con l'austriaco Gerhard Berger, con cui si aggiudica - insieme allo svizzero Marc Surer - la24 Ore di Spa al volante di una 635 CSi.

Nel 1986 diventa campione europeoe nel 1987 si aggiudica il primo Campionato del Mondoalla guida della M3, vettura che lui stesso contribuisce a sviluppare. Il 1988 è l’anno del secondo titolo continentale e della seconda24 Ore di Spa, vinta con il tedesco Altfrid Heger e l’austriaco Dieter Quester.

Roberto Ravaglia, a causa dell’abolizione del campionato mondiale nel 1987 e di quello europeo nel 1988, si deve “accontentare” di conquistare il titolo tedesco DTM nel 1989 e la 24 Ore del Nürburgring con l’amico Emanuele Pirro e il franceseFabien Giroix.

Gli anni Novanta

Dopo essersi aggiudicato il titolo italiano nel 1990 Ravaglia chiede e ottiene – ma solo per sfizio – di poter provare una F!e guida sul circuito di Le Castellet una Benetton. Conquista il campionato tricolore anche nel 1991 e nel 1993 (con una 318i).

Gli ultimi lampi nella carriera di Roberto Ravaglia arrivano nel 1994 – con la terza 24 Ore di Spa vinta con la318is in una squadra composta dal belgaThierry Tassine dal tedesco Alexander Burgstaller- e nel 1995, quando con una320i guidata da Burgstaller e dal belga Marc Duez, porta a casa la seconda 24 Ore del Nürburgring.

Il ritiro dalle corse e una nuova carriera

Roberto si ritira dalle corse a soli 40 anni a causa di una forte artite reumatoide (poi guarita) e nel 2001 fonda il team Ravaglia Motorsport insieme ad Aldo Preo. La squadra partecipa al campionato europeo SuperProduction con il nome BMW Team Germany con una 320i e vince il titolo con il pilota olandese Peter Kox.

Il suo Palmarès:

 

1985

24 Ore di Spa (con Gerhard Berger e Marc Surer) – BMW 635 CSI

1986

Campionato Europeo Turismo (ETCC) – BMW 635 CSI

1987

Campionato Mondiale Turismo (WTCC) – BMW M3Gran Premio di Macao – BMW M3

1988

Campionato Europeo Turismo (WTCC) – BMW M324 Ore di Spa (con Heger e Quester) – BMW M3

1989

Campionato Tedesco Turismo (DTM) – BMW M324 Ore del Nürburgring (con Emanuele Pirro e Fabien Giroix) – BMW M3

1990

Monza (gara 1 e 2) – BMW M3Varano (gara 2) – BMW M3Imola (gara 1 e 2) – BMW M3Monza (gara 2) – BMW M3Campionato Italiano Superturismo – BMW M3

1991

Monza (gara 1 e 2) – BMW M3Enna-Pergusa (gara 1 e 2) – BMW M3Vallelunga (gara 1 e 2) – BMW M3Misano (gara 1 e 2) – BMW M3Mugello (gara 2) – BMW M3Varano (gara 2) – BMW M3Campionato Italiano Superturismo – BMW M3

1992

Monza (gara 1)Varano (gara 2)

1993

Monza (gara 1) – BMW 318iVallelunga (gara 1 e 2) – BMW 318iEnna-Pergusa (gara 1 e 2) – BMW 318iCampionato Italiano Superturismo – BMW 318i

1994

Mugello (gara 1)24 Ore di Spa (con Tassin e Burgstaller) – BMW 318is

1995

24 Ore del Nurburgring – BMW 320i

Johnny Cecotto

Fu il padre, nato in Friuli e che era stato campione nazionale del Venezuela, a comprare a Cecotto la prima moto con la quale cominciò a gareggiare per poi venire notato dall'importatore venezuelano della Yamaha che l'avrebbe condotto al Campionato Mondiale, dove ha vinto il titolo della "350" nel 1975 e della "750" nel 1978, risultando in entrambe le classi il più giovane pilota nella storia del motociclismo sportivo a conquistare i rispettivi titoli iridati. Per tutta la sua carriera nel mondo delle due ruote resterà fedele alla casa motociclistica giapponese Yamaha. Nel 1981 passa alle quattro ruote con la Minardi in Formula 2, e nella stagione seguente arriva secondo nel Campionato Europeo con la March. Il debutto in Formula 1 avviene nel 1983 con la poca competitiva squadra Theodore prima di passare nel 1984 alla Toleman insieme a Ayrton Senna ma rimane vittima di un grave incidente durante le prove del Gran Premio di Gran Bretagna in cui si spezza le gambe, interrompendo così la carriera nella massima formula. Il passaggio alle monoposto Per passare alle monoposto ci vogliono parecchi soldi (che Roberto non ha) ma riesce ad ottenere un volante in Formula Fiat Abarth vincendo un concorso indetto dal settimanale Autosprint per disputare il campionato italiano. L'anno seguente si trasferisce in Formula 3 con una Dallara Toyota con la quale conquista una vittoria nella serie tricolore L'avventura BMW La scelta di Roberto Ravaglia di correre con le vetture Turismo è considerata controcorrente nel 1984 ma è l'unico modo per il driver veneziano di poter diventare un pilota professionista. Dopo aver superato un test con altri rivali provenienti da tutta Europa viene promosso "ufficiale" con l'austriaco Gerhard Berger, con cui si aggiudica - insieme allo svizzero Marc Surer - la24 Ore di Spa al volante di una 635 CSi.

Cecotto ha poi continuato a gareggiare nelle Gran Turismo, vincendo il campionato italiano nel 1989 quello tedesco nel 1994 e 1998 sempre al volante di una BMW.

Nel 1975 alle 200 Miglia di Daytona Cecotto e il protagonista della più grande e spettacolare rimonta nella storia del motociclismo in sella alla Yamaha TZ750. Il giovane pilota partì per ultimo e fini al terzo posto davanti al pluricampione Giacomo Agostini compiendo ben 74 sorpassi anche grazie ai rifornimenti. Con quella gara Cecotto si mise in evidenza sulla scena internazionale partecipando poi anche nel campionato mondiale delle “250” e “350” .

Il figlio, Johnny Cecotto Jr., ha intrapreso anche lui la carriera da pilota automobilistico professionista.

 

Siti e link a lui dedicati:

http://www.johnnycecotto.com/

http://www.automoto.it/news/johnny-cecotto-tanti-auguri-campione.html

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.

Emanuele Pirro

Nato a Roma (Italia) il 12 gennaio 1962 Emanuele Pirro iniziò a gareggiare con i Kart all'età di 11 anni. Nel 1977 il giovane pilota romano vinse il primo dei quattro Titoli Italiani di Kart che avrebbe conquistato complessivamente. Nel 1980 Pirro passò alle monoposto, prendendo parte al Campionato di Formula Fiat Abarth, vincendo in quattro gare (due volte a Monza, quindi a Misano e Vallelunga) e il Titolo iridato. L'anno seguente disputò l'Euro Formula 3 con una Martini-Toyota all'età di 18 anni: si aggiudicò l'ultima gara della Stagione sul circuito del Mugello. Su invito di Cesare Fiorio, Pirro prese parte e vinse nella prestigiosa 24 Ore di Daytona negli Stati Uniti su una Lancia Beta Montecarlo. Con la Squadra Lancia capitanata da Fiorio, Emanuele corse con le vetture Endurance nella corsa a Kyalami in Sudafrica. Ancora Formula 3 nel 1982, questa volta con una Euroracing-Alfa Romeo. Si impose a Zetwelg, Silverstone e Kassen Calden conquistando così la seconda posizione in Campionato che diede il successo a Larrauri.

Il 1983 si annunciò per Pirro come l’anno del Titolo Europeo di Formula 3 presso il Team Euroracing: con una Ralt-Alfa Romeo vince le prime prove di Vallelunga e Zolder ma poi incappò in una serie negativa e dovette accontentarsi del terzo posto finale. A fine Stagione il pilota romano venne ingaggiato per il Campionato Europeo di Formula 2 1984, dove a fine anno occupò la sesta piazza (miglior pilota italiano) alla guida di una March-BMW. Il miglior risultato fu un secondo posto a Donington. Nell’estate 1984 fu invitato a provare la Brabham-BMW BT53 turbo per un breve collaudo.

Nel 1985 Pirro prese parte al Campionato di Formula 3000: ottenne successi a Thruxton e a Vallelunga. Sempre con la March del Team Onyx e sempre in Formula 3000, Pirro si piazzò secondo nella Classifica Finale 1986 (vittorie a Le Mans e Jarama). Con la BMW 635 CSI ufficiale, in coppia con Roberto Ravaglia, vinse la 500 Km del Nürburgring e la 4 Ore di Jarama valide per l’EuroTurismo. Nel 1986 fu impegnato esclusivamente con la BMW M3 ufficiale e contribuì all’affermazione di Ravaglia nel Mondiale Piloti Turismo. In Classifica Iridata si piazzò quarto. Con un Curriculum così eccezionale, Emanuele Pirro attirò su di se le attenzioni dei Manager di Formula 1.

Nel 1988 Emanuele Pirro venne ingaggiato da Ron Dennis, patron della Scuderia McLaren, come terzo pilota collaudatore della Squadra inglese. Nel biennio 1988/89 collaudò, sulla pista giapponese di Suzuka, due monoposto eccezionali quali la formidabile McLaren-Honda Mp4/4 turbo (vincitrice di 15 gare su 16 con Ayrton Senna e Alain Prost) e la McLaren-Honda Mp4/5 aspirata. In quella Stagione Pirro corse inoltre nel Campionato giapponese di Formula 3000 con una March-Honda e nel Campionato Euroturismo di nuovo al volante della BMW M3 ufficiale.

L’anno successivo Pirro venne ingaggiato dalla Scuderia Benetton in sostituzione del pilota inglese Johhny Herbert, ancora convalescente dall’incidente di Brands Hatch che subì nel 1988. Emanuele Pirro debuttò in Formula 1 al Gran Premio di Francia 1989, disputato sul circuito di Le Castellet, al volante della Benetton-Ford B189 aspirata. Le sue prime prestazioni in Formula 1 non furono così esaltanti, ma riuscì quasi sempre a terminare regolarmente le gare senza compiere errori. Pirro terminò la Stagione con un grandissimo quinto posto nel Gran Premio d’Australia. Sul circuito di Adelaide, sotto una pioggia torrenziale, Pirro guidò perfettamente la sua monoposto portandola al traguardo in posizioni di vertice. Al termine della Stagione dovette lasciare la Squadra Benetton per far posto al pilota brasiliano tre volte Campione del Mondo Nelson Piquet.

Nel 1990 Emanuele Pirro passò alla Scuderia Italia nel Gran Premio di San Marino a Imola. Fu una Stagione di transizione con una monoposto lenta e inaffidabile. L’anno successivo la Dallara portò in pista una monoposto decisamente più competitiva delle precedenti. Le sue prestazioni furono offuscate dal giovane e talentuoso compagno di Squadra JJ Lehto. A Imola Pirro non riuscì addirittura a pre-qualificarsi, mentre in gara Lehto ottenne un sorprendente terzo posto. Finalmente a Monaco, sul circuito cittadino di Montecarlo, Pirro riuscì a piazzarsi in zona punti con la Dallara-Judd e terminò la gara in sesta posizione. La Stagione proseguì a fasi alterne. Pirro soffrì la concorrenza interna di Lehto e non riuscì mai a tirar fuori il meglio dalla propria monoposto. Terminò la Stagione con un settimo posto al Gran Premio d’Australia sul circuito cittadino di Adelaide: fu la sua ultima gara. Al termine della Stagione decise di lasciare la Formula 1.

Terminata la breve avventura in Formula 1, Pirro decide allora di passare alle vetture Super Turismo e di tornare alle monoposto Sport. Nel biennio 1992/93 partecipa al Campionato tedesco DTM pilotando le monoposto BMW. Nel 1994 il pilota romano è Campione italiano Turismo alla guida dell’Audi 80, un successo che viene riconfermato l’anno successivo.

Viene ingaggiato dal Team Audi per disputare la prestigiosa 24 Ore di Le Mans. Il pilota romano ha ottenuto una prima impressionante serie di tre successi consecutivi (2000 – 2001 – 2002) alla guida della formidabile Audi R8. Negli anni successivi, la Casa tedesca avvia il nuovo progetto Audi R10 dotata del nuovo motore diesel. È la mossa vincente: Pirro può riconfermarsi Campione a Le Mans nel biennio 2006/2007.

Emanuele vive a Montecarlo insieme alla moglie Marlene e ai figli Cristoforo e Goffredo, nati rispettivamente il 20 gennaio 1993 e il 24 gennaio 1996. Emanuele e Marlene si sono conosciuti a Montecarlo nel 1985 e si sono sposati il 22 maggio 1991. Il pilota romano è appassionato di aeromodellismo e immersioni subacquee.

 

LA CARRIERA IN FORMULA 1

Debutto: Gran Premio di Francia 1989 (Le Castellet) su Benetton-Ford B188

Ultima gara: Gran Premio d’Australia 1991 (Adelaide) su Dallara-Judd F191

GP disputati 37

 

Di seguito un sito a lui dedicato

http://www.pirro.com

Steve Soper

Biografia in lavorazione - Info su: http://www.stevesoper.co.uk

Joachim Winkelhock

Biografia in lavorazione - Info su: https://it.wikipedia.org/wiki/Joachim_Winkelhock